giorno #16 bis
- Giada Lavatelli
- 27 mar 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Il freddo continua. Dunque l'unico rimedio possibile è fare il ramen.
Nel senso, fare il ramen.
Quindi scartabello i tutorial su youtube eliminando quelli dei master of noodles, delle belle ragazze che, inspiegabilmente, non sudano tirando la pasta, e, in generale di quelli che hanno un'aria professionale.
E poi lo trovo: lui, che di cinese ha solo il cognome, sarà il mio sensei per oggi. [la sua ricetta è in cups americane, io per me l'ho dimezzata]
Siccome sono già quasi le 17, la prima cosa da fare è preparare l'uovo marinato:
2 uova a temperatura ambiente (se le conservate in frigo, come tutti, ammollatele in acqua tiepida per una decina di minuti)
Cuocete le uova alla cocque (6 minuti dall'immersione in acqua bollente), e poi raffreddatele in acqua e ghiaccio. Mentre le uova cuociono scaldate fino a bollore in un pentolino:
150ml di salsa di soia
150ml di acqua
1 cucchiaio di mirin (o di saké, o di aceto, viene comunque delizioso)
1 cucchiaio di zucchero
1 spicchio di aglio
zenzero se lo avete, se no fa nulla
Trasferite la marinatura in un contenitore alto e stretto nel quale due uova possano comodamente stare immerse, tipo terme.
Sgusciate con attenzione le uova e mettetele nella marinatura per almeno tre ore.
Ora, per fare l'hand pulled ramen [cioè secondo tradizione, non usando la sfogliatrice, che comunque siete liberissimi di usare] secondo la ricetta del mio nuovo amico dal cognome cinese [io ho fatto mezza dose]:
4 cups di farina per torte (io ho considerato 4 tazze e 1/2 di farina per tutti gli usi, ed è probabilmente per questo che ho dovuto aggiungere almeno 1/2 tazza di acqua in più)
1/2 cup farina normale
1/2 tsp lievito chimico
1/2 tsp sale
1 1/2 cup acqua
Ovviamente, prima le poveri! In planetaria col gancio, nel bimby/mixer con l'apposita lama , oppure a mano, impastate (ed eventualmente aggiungete acqua, poca alla volta) fino a raggiungere la consistenza del lobo del vostro orecchio.
Fate riposare, coperto con la pellicola, per almeno mezz'ora. La cosa soddisfacente del fare i ramen noodles è che, mentre stiri la pasta tra le mani, la devi sbattere sul piano di lavoro. Poi la pieghi a metà, stiri sbatti. E poi ancora. E ancora, finché dopo tutte le volte che l'hai piegata e stirata ti ritrovi con in mano degli spaghetti. Guardate i video su youtube.
Per quanto mi riguarda era il secondo tentativo, e confido che tra una decina di anni, con tenacia e ostinazione, sarò in grado di fare i miei noodles.
Non spendo molte parole sul brodo del mio ramen, visto che ormai da anni sono un'affezionata acquirente del dashi di Kathay, qui a Milano; la differenza degna di nota è che ci ho buttato dentro l'osso della sovracoscia di pollo che ho dadolato, impanato e fritto per completare il mio ramen.
Perché la bilancia mi aveva provocata.
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