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giorno #40

  • Immagine del redattore: Giada Lavatelli
    Giada Lavatelli
  • 27 apr 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Per festeggiare l'arrivo alla vera Quarantena (e per non far sentire inutile dell'olio che ha fritto solo due sovracosce di pollo) oggi mi dedico ad un'altra frittura che amo moltissimo: il cervello.

[Nella speranza di diventare, finalmente, intelligente. Speranza sfumata, vista la bruttezza di questa battuta]


Chi mi conosce lo sa: ho uno spirito contadino e sono un'amante della frattaglia e degli scarti, dal piedino alla lingua. Poco poetico, ma tant'è: a Milano c'è chi ha fatto fortuna con le frattaglie.


Di tutti i quinti quarti il mio preferito, però, è proprio il cervello; certo, è uno sbattimento colossale da preparare, ma volete mettere la soddisfazione?


Intanto vi serve:


un cervello bovino fresco, generalmente io lo trovo di vitello [lo compro al supermercato, dove di solito trovo anche cuore, lingua, fegati vari, ogni volta con grande scorno di mamma, che invece, in paese, non trova mai una mazza]


Il cervello va lavato benissimo. Davvero. Ci vogliono pazienza, attenzione e delicatezza.


Bisogna togliere bene bene tutti i grumi e le sacche di sangue rapprese; io preferisco prima tenerlo a bagno in acqua fredda per una decina di minuti, e poi fare la prima parte di pulizia sotto un filo di acqua corrente.


A questo punto asciugatelo tamponandolo leggermente, separate il cervelletto e dividete i due emisferi.


Appoggiate un pezzetto alla volta su un tagliere e, delicatissimamente, togliete la membrana che riveste il cervello. Fatelo con attenzione e senza fretta per non rompere la "carne".


Una volta rimossa tutta la pellicina tornate a sciacquare il cervello sotto un filo di acqua fredda per pulirlo perfettamente; mi raccomando, fate in modo che non ci sia nessuna traccia di sangue.


Fatto? Ottimo. A questo punto avete due possibilità: la prima è mettere in ammollo il cervello, da qualche ora a tutta la notte, nel latte, oppure in acqua e aceto per "togliere un po'il gusto" [a mio avviso, nonsense: perché sbattersi tanto per pulire 'sto cervello se poi gli devo togliere sapore?]; la seconda è proseguire nella preparazione.


Che scegliate la prima o la seconda opzione (in questo caso fatelo subito), il cervello va precotto: portate a bollore dell'acqua con del sale grosso e degli aromi [io ci metto una foglia di alloro e uno spicchio di aglio schiacciato]; raggiunto il bollore abbassate la fiamma, immergete il cervello e fate sobbollire per 10 minuti. Importante: "sobbollire" significa che l'acqua deve appena appena fremere, non fare le bolle.


Scolate e fate intiepidire. Intanto decidete se impanarlo o pastellarlo; questa volta, per cambiare, io mi son risolta a farlo in pastella:


150g di farina

1 uovo

sale

pepe

1 cucchiaio di aceto

1 cucchiaino di lievito chimico non vanigliato

qualche cucchiaio di acqua per la consistenza della pastella


Quando l'olio è caldo al punto giusto (i soliti 160°-170°) tagliate il cervello della dimensione che preferite [io ho ricavato tre pezzi da ciascun emisfero, e ho diviso a metà il cervelletto], passatelo nella pastella e friggete fino a doratura.


Se scegliete di farlo impanato vi consiglio di fare la doppia panatura (quindi farina, uovo, pangrattato, uovo, pangrattato di nuovo), e di fare dei pezzetti un po' più piccoli, tipo i "brain nuggets del McContadino".





 
 
 

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